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IN QUESTA PAGINA VENGONO RIPORTATI GLI EFFETTI DELLE DISPOSIZIONI DI LEGGE SU CASCO E CINTURE DOPO UN MESE, DOPO SEI MESI E DOPO NOVE MESI DI APPLICAZIONE.

I RISULTATI DEL PRIMO MESE DI APPLICAZIONE DELL’ESTENSIONE DELL’OBBLIGO DI CASCO E DEI CONTROLLI SULLA CINTURA DI SICUREZZA:
“POSITIVI, MA SI PUO’ FARE DI PIÙ

La Società Italiana di Traumatologia della Strada, attraverso le centrali operative del 118 con le quali collabora, ha effettuato un’indagine sui risultati del primo mese (30 marzo – 30 aprile 2000) di applicazione dell’estensione dell’obbligo del casco e dei più accurati controlli sull’uso del casco e delle cinture di sicurezza.
I risultati nelle città campione (al nord, al centro ed al sud) sono abbastanza confortanti, ma ancora una volta evidenziano una diversità per aree geografiche. Per quanto riguarda il casco, la riduzione dei ricoveri per “trauma cranico”, rispetto al corrispondente periodo del 1999, è pressoché uniforme su tutto il territorio nazionale, con un valore medio del 58%. L’uso del casco (ed i controlli effettuati dalle forze di polizia) sono stati quindi efficaci nel ridurre la più grave delle patologie degli utenti a due ruote.
Di conseguenza, è diminuita anche la mortalità per trauma cranico, ma con un diverso andamento tra nord e sud: nel nord la riduzione è stata del 75%, nel sud del 55%. Le ragioni della diversità dovrebbero essere approfondite con attenzione.
Per quanto riguarda le cinture, i dati raccolti nelle città campione nel primo mese indicano, rispetto al corrispondente periodo del 1999, una diminuzione del 16%, sia al nord che al sud, del tasso di mortalità per conducenti e passeggeri di autovetture, mentre al centro tale diminuzione raggiunge il 50%. Una riduzione così notevole nel centro-italia corrisponde a tutti gli studi sulla prevedibile diminuzione della mortalità a seguito di un maggior uso della cintura; il beneficio, inferiore nel nord, può spiegarsi con la precedente maggiore diffusione dell’uso della cintura.
I risultati insoddisfacenti del sud (dove la cintura era utilizzata da un’esigua minoranza) fanno sospettare invece che i controlli siano ancora insufficienti e che ben poco sia cambiato rispetto a prima.
Occorre comunque lavorare ancora intensamente, sia per quanto riguarda i traumi cranici (casco) sia per quanto riguarda le cinture, per la riduzione della mortalità e della lesività da incidente stradale.
La SOC.I.TRA.S. ricorda che nel 1998 (ultimi dati ISTAT-ACI disponibili) sono stati 626 i morti e più di 50.000 i feriti tra conducenti e passeggeri (illegali) di ciclomotori; l’uso continuo e senza eccezioni del casco farebbe diminuire di almeno la metà i morti e di almeno 1.000 casi l’anno le paralisi di arti, diminuendo anche la gravità di tutte le lesioni alla testa ed al volto.
L’uso della cintura, in qualunque occasione, ridurrebbe ogni anno di almeno 800 persone il numero di morti tra conducenti e passeggeri di autovetture e di almeno 10.000 i feriti, con una consistente diminuzione della gravità delle lesioni in tutti gli altri casi.
Il risparmio, in termini di “costi sociali”, sarebbe di almeno 3.500 miliardi annui.

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I RISULTATI DI SEI MESI DI APPLICAZIONE DELL’ESTENSIONE DELL’OBBLIGO DI CASCO E DEI CONTROLLI SULLA CINTURA DI SICUREZZA:
“ANCORA BENE, MA CON MOLTE PREOCCUPAZIONI”

La Società Italiana di Traumatologia della Strada, attraverso le centrali operative del 118 con le quali collabora, ha continuato a monitorare i risultati dell’applicazione dell’estensione dell’obbligo del casco e dei più accurati controlli sull’uso del casco e delle cinture di sicurezza.
Per quanto in particolare riguarda gli effetti del casco, dopo i risultati nettamente positivi del primo mese (vedi il relativo comunicato), i dati dell’insieme dei primi sei mesi delineano un quadro ancora positivo, ma certo meno soddisfacente.
La mortalità, rispetto all’analogo periodo del 1999, si è ridotta del 33% come valore medio nazionale, ma con la consueta differenza tra aree geografiche: -50% al nord, -30% al centro, -20% al sud.
I ricoveri per trauma cranico, rispetto agli stessi sei mesi del 1999 nei centri monitorati, segnano una diminuzione media nazionale del 51%, con valori del -50% al nord, -75% al centro, -30% al sud.
Ma il dato preoccupante è l’aumento dei ricoveri per “altri traumi”: + 40% su base nazionale, + 25% al nord, + 60% al centro, + 35% al sud. E’ da escludere infatti – anche ammettendo un rapporto 1:100 tra ricoveri e decessi – che tale aumento possa costituire una “compensazione” della diminuzione dei traumi cranici.
Pur concedendo che l’interpretazione di questo genere di dati è esposta ad errori soggettivi, sembra di poter dedurre che è proprio aumentata la incidentalità degli utenti di veicoli a due ruote. Presentando questi dati al congresso SIOT svoltosi al Lingotto di Torino dal 23 ottobre 2000 il prof. Andrea Costanzo, Presidente SOC.I.TRA.S., li ha commentati affermando che «sono cresciuti gli spericolati che con il casco pensano di essere onnipotenti e fanno i pazzi». Si tratterebbe quindi di un’ulteriore manifestazione di quella “omeostasi del rischio” che rappresenta la maggiore preoccupazione di chi opera nella sicurezza attiva e passiva: l’adozione di dispositivi di sicurezza – specie se imposti o “spontaneamente offerti” – genera “eccesso di confidenza” che spinge a comportamenti tali da ricostituire il tasso di rischio preesistente.
Molti dei centri 118 riportano inoltre che, in particolare in alcune zone del sud, l’utilizzo del casco è nettamente diminuito, sia per fattori … (in)culturali che per fattori climatici. D’altra parte, la nuova rilevazione comprende anche i mesi estivi, nei quali allo scarso comfort di caschi scadenti (frutto di acquisti forzosi) si sommano – ai fini della distribuzione territoriale delle lesioni – gli spostamenti di popolazione causati dalle vacanze.
Indubbiamente, le strategie di “tolleranza zero” – opportunamente affermate dal Ministero degli Interni nella fase di prima applicazione delle nuove normative – non possono essere mantenute a lungo in situazioni di scarsità di risorse e molteplicità di impegni. Il maggior contributo non può venire che dall’adesione spontanea e convinta a regole di sicurezza e salvaguardia della propria vita; per questo, anche in occasione del convegno SIOT, sono state sollecitate campagne educative in grado di rimuovere la convinzione che i traumi, mortali e non, degli utenti di veicoli a due ruote siano frutto di “fatalità” e non, come il più delle volte accade, di imprudenza delle stesse vittime o del volontario mancato uso di dispositivi di sicurezza.
La SOC.I.TRA.S. ricorda che nel 1998 sono stati 626 i morti e più di 50.000 i feriti tra conducenti e passeggeri (illegali) di ciclomotori; l’uso continuo e senza eccezioni del casco farebbe diminuire di almeno la metà i morti e di almeno 1.000 casi l’anno le paralisi di arti, diminuendo anche la gravità di tutte le lesioni alla testa ed al volto.
L’uso della cintura, in qualunque occasione, ridurrebbe ogni anno di almeno 800 persone il numero di morti tra conducenti e passeggeri di autovetture e di almeno 10.000 i feriti, con una consistente diminuzione della gravità delle lesioni in tutti gli altri casi.
Il risparmio, in termini di “costi sociali”, sarebbe di almeno 3.500 miliardi annui.

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I RISULTATI DI NOVE MESI DI APPLICAZIONE DELL’ESTENSIONE DELL’OBBLIGO DI CASCO E DEI CONTROLLI SULLA CINTURA DI SICUREZZA:
“UN QUADRO POSITIVO E ALMENO 500 VITE UMANE RISPARMIATE. MA ANCORA LONTANI DAL TRAGUARDO DEL 100% DI USO”

La Società Italiana di Traumatologia della Strada, attraverso le centrali operative del 118 con le quali collabora, ha continuato a monitorare i risultati dell’applicazione dell’estensione dell’obbligo del casco.

Dopo i risultati nettamente positivi del primo mese (oggetto di precedente informativa), i dati dell’insieme dei primi nove mesi delineano un quadro ancora positivo.

La mortalità, rispetto all’analogo periodo del 1999, si è ridotta del 40% come valore medio nazionale, ma con la consueta differenza tra aree geografiche: -10% al nord, -30% al centro, -60% al sud.

I ricoveri per trauma cranico, rispetto agli stessi sei mesi del 1999 nei centri monitorati, segnano una diminuzione media nazionale del 55%, con valori del -50% al nord, -65% al centro, -54% al sud.

In aumento i ricoveri per “altri traumi”: + 16% su base nazionale, ma + 34% al sud. E’ da escludere infatti – anche ammettendo un rapporto 1:100 tra ricoveri e decessi – che tale aumento possa costituire una “compensazione” della diminuzione dei traumi cranici. 

I dati sono moderatamente confortanti: risulta diminuita la mortalità, grazie soprattutto alla diminuzione dei traumi cranici. Come ci si poteva attendere, aumenta statisticamente il peso relativo degli “altri traumi”, ma complessivamente possiamo ormai calcolare in almeno 500 le persone la cui vita è stata salvata dall’uso del casco.  Il controllo sull’uso del casco ed ogni azione educativa a riguardo devono quindi continuare fino a raggiungere una percentuale d’uso pari al 100%: traguardo che in alcune aree d’Italia appare ancora lontano.

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