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Seggiolini

Sugli argomenti di questa pagina, maggiori informazioni, con immagini, approfondimenti, dati e ricerche, sono presenti da pagina 2 a pagina 49 del volume  “Bambini in auto”, del Prof. Andrea Costanzo, pubblicato da Lombardo Editore.

 

Quando usare i dispositivi di ritenuta.

I dispositivi di ritenuta per bambini devono essere usati sempre, fin dal primo tragitto che il bambino compie in automobile. Che si tratti di “navicella” o di “ovetto”, devono essere usati fin dalla prima uscita: non sono pochi i casi in cui il neonato, appena dimesso dalla clinica o dall’ospedale, viene precipitosamente riportato al pronto soccorso perché, viaggiando in braccio alla madre (anche se seduta su un posto posteriore) è stato proiettato in avanti dalla violenta decelerazione conseguente ad un incidente o semplicemente da una brusca frenata.  Se poi anche l’adulto che lo ha in braccio viaggia senza cintura, il bambino rimane schiacciato tra il corpo dell’adulto, proiettato in avanti, e la parte di carrozzeria che si trova di fronte a loro.

Le conseguenze sono bene evidenziate da un filmato, realizzato con manichini, in cui si simula un urto frontale con un bambino tenuto in braccio dalla madre, non cinturata.

 

Le braccia dei genitori non sono una protezione !

In un incidente, tutto avviene in circa 1/10 di secondo. In questo brevissimo spazio di tempo il veicolo passa dalla velocità che aveva in quel momento – supponiamo solo 50 km/h, corrispondenti a 14 metri al secondo  – alla velocità “zero” dell’arresto contro l’ostacolo fisso (un muro, un’altra auto); in questa fase, la parte di veicolo che viene man mano a contatto con l’ostacolo, deformandosi, consuma ed annulla l’energia cinetica da esso posseduta, facendo in modo che l’arresto sia graduale e non istantaneo.
Poco prima che il veicolo si fermi contro l’ostacolo, tutto ciò che è libero di muoversi all’interno dell’abitacolo viene proiettato in avanti ad una velocità che, per inerzia, è molto vicina a quella che possedeva, rispetto al suolo, all’inizio dell’urto.

Ma questi “corpi liberi” si arrestano contro le strutture interne dell’abitacolo, ormai quasi ferme, in un tempo molto più breve (tra 1/50 ed 1/100 di secondo), impattando con una forza che, in un urto a soli 50 km/h, è pari a 40-80 volte il loro peso. È questo “elefante” che si abbatte sul bambino quando, in braccio ad un adulto non cinturato, viene proiettato insieme con esso contro le strutture dell’abitacolo di fronte a loro.
Se invece l’adulto è cinturato, il bambino, durante la decelerazione del veicolo contro l’ostacolo, aumenta il proprio “peso” di circa 30-40 volte: impossibile trattenerlo. La dinamica è molto chiara in un video di provenienza NHTSA (National Highway Traffic Safety Administration – USA), filmato al rallentatore, che simula un impatto a 35 miglia orarie (54 km/h).
In sostanza, sia per le cinture di sicurezza per adulti che per i dispositivi di ritenuta  per bambini, la funzione e l’utilità rimane la stessa: far sì che l’energia dell’impatto sia “consumata” dal lavoro di deformazione delle lamiere dell’auto, trattenendo i passeggeri dentro la “cellula di sicurezza” costituita dall’abitacolo.
Grazie a questo meccanismo, i loro corpi sono sottoposti a decelerazioni tollerabili, anziché a quelle molto gravemente traumatiche che deriverebbero dall’impatto violento contro le strutture interne. O dalla proiezione fuori dell’abitacolo e dall’impatto contro il suolo.

Specificamente per quanto riguarda i bambini, si tratta anche di:

  •  creare attorno al loro corpo un’area “ad assorbimento di energia”, in grado di proteggerli ulteriormente da impatti contro lo stesso dispositivo di ritenuta (imbottiture con caratteristiche particolari)
  •  proteggerli da possibili traumi derivanti da impatti laterali (seggiolini avvolgenti, soprattutto per quanto riguarda la testa)
  •  fare in modo che le cinture di trattenimento siano adeguate alla loro statura, anche quando i bambini hanno raggiunto dimensioni maggiori, per evitare che durante l’urto possano “sfuggire” ad esse o che esse provochino traumi al collo o al torace (cinture specifiche e regolabili, installate direttamente sul seggiolino).
Occorre, nel caso dei bambini, tener conto di altri due elementi determinanti:

  •  il peso relativamente sproporzionato della testa rispetto al resto del corpo, confrontato con il rapporto che si registra ad età via via crescenti
  •  la debolezza dei legamenti e l’ossificazione incompleta delle prime due vertebre cervicali (che può invece considerarsi raggiunta attorno ai 7 anni)

Questo fa sì che nei bambini piccoli devono essere evitati i violenti movimenti di rotazione della testa in avanti, verso lo sterno, che si producono in un incidente: i traumi derivanti dalla trazione-compressione-torsione della zona cervicale potrebbero essere molto gravi.
È per questo motivo che, nella letteratura medica, si raccomanda dimantenere  i bambini seduti in posizione contraria al senso di marcia almeno fino ai 4 anni: in caso di incidente la testa viene trattenuta dallo schienale del seggiolino.
Purtroppo questa indicazione confligge con l’inadeguatezza dimensionale della maggior parte dei seggiolini posizionabili contromarcia, dato che il loro piano di seduta risulta troppo ravvicinato allo schienale del sedile su cui vengono installati ed il bambino non può stare comodo con le gambe.

I dispositivi di ritenuta devono essere adeguati alle “classi di peso” del bambino.I dispositivi di ritenuta per bambini sono costruiti e venduti secondo con una classificazione per “gruppi” stabilita dalla normativa di omologazione, secondo  le “classi di peso” del bambino che li dovrà utilizzare.

I “gruppi” sono i seguenti:

 gruppo peso del bambino età (orientativa) esempi
0 0 – 10 kg fino a 9 mesi circa navicella o “ovetto”
0+ 0 – 13 kg fino a 12 – 14 mesi circa “ovetto” o seggiolino
con cinture proprie
1 da 9 a 18 kg da 9 mesi a 4 anni circa seggiolino con cinture proprie
2 da 15 a 25 kg da 3-4 anni a 6 anni circa seggiolino, usa le cinture del veicolo
per trattenere il bambino

3 da 22 a 36 kg da 5-6 anni a 10 anni circa seggiolino o rialzo,
usa le cinture del veicolo per il bambino

 

La maggior parte dei produttori propongono dispositivi in gruppi “polivalenti” (ad esempio O-1, oppure 1-2-3 ), nei quali, levando imbottiture o diversificando il fissaggio o regolando l’altezza dello schienale, si ottiene l’adattamento ai vari formati.
Nella classificazione dei dispositivi, il riferimento al peso del bambino (prescritto dalla normativa di omologazione) appare per la verità limitativo in quelli di gruppo 3 in caso di bambini obesi: è piuttosto difficile trovare seggiolini adatti per loro, a causa di parametri dimensionali imposti dalle norme di omologazione.
D’altra parte, è imprudente (e contrario alla legge, se di statura inferiore a 150 cm) farli viaggiare senza seggiolino o rialzo, con la sola cintura di adulto: il tratto diagonale, avendo un attacco superiore troppo alto, passerebbe troppo vicino al collo, con possibilità di lesioni in caso di incidente e comunque facilitando “fughe” dalla cintura nella parte superiore del corpo.
Il problema, allo stato attuale, non ha soluzione, se non utilizzando rialzi, anche non omologati, che comunque portino il bambino ad altezza sufficiente per essere trattenuti, in sicurezza e senza rischi, dalla cintura da adulto. È da tenere presente che, a partire da febbraio 2017, secondo una modifica della norma R44/04 (Rev. 3, Emend. 4), con un’apposita etichetta i produttori dovranno vietare l’uso dei semplici rialzi per bambini di statura inferiore a 125 cm. Per bambini fino a quella statura potranno quindi essere prodotti e venduti solo seggiolini con schienale. Se con schienale di tipo removibile, non sarà consentito (e sarà quindi sanzionabile)  l’uso del seggiolino con schienale rimosso per bambini fino a 125 cm.

 

Il sistema “tradizionale” ed il sistema ISOFIX.Il sistema “tradizionale” prevede che i dispositivi di gruppo 0, 0+ ed 1 siano fissati al sedile usando solo le normali cinture di sicurezza per adulti, mentre il bambino viene trattenuto da cinture di cui è dotato il seggiolino.  Le modalità di fissaggio del seggiolino sono indicate dal suo costruttore ma, sostanzialmente, prevedono che il tratto orizzontale della cintura serva a tenerne ferma la base, tirandola verso la congiunzione tra schienale e piano di seduta del sedile, mentre il tratto diagonale serve a tenere fermo lo schienale del seggiolino, tirandolo verso lo schienale del sedile.  Nei seggiolini posizionati contromarcia il tratto diagonale viene esteso al massimo, per poter “abbracciare” da dietro lo schienale del seggiolino; questa manovra può risultare problematica in automobili che hanno cinture di sicurezza troppo corte.
Il fissaggio del seggiolino con le cinture di sicurezza è comunque sempre abbastanza “macchinoso” e non impedisce  alla sua base ed allo schienale, durante la fase d’urto, di muoversi e spostarsi, seppur di poco, rispetto alla posizione iniziale.

Per ovviare a questi inconvenienti è stato ideato il sistema “ISOFIX”, che consiste in un attacco costituito da coppie di anelli quadrati d’acciaio (1) fissati alla carrozzeria e situati posteriormente sul punto di unione tra lo schienale ed il sedile, in posizione nascosta ma facilmente raggiungibile; ad essi viene agganciato il seggiolino mediante una corrispondente coppia di attacchi (2) che si “arpionano” sui due anelli, attraverso una guida di plastica (3). Gli attacchi si inseriscono a scatto e possono essere aperti agendo su un apposito pulsante, liberando così il seggiolino. Spesso il seggiolino è invece installato su una base, ed è questa ad essere dotata di attacco ISOFIX.; base e seggiolino possono allora venire separati con un apposito comando.
Il sistema ISOFIX non è alternativo all’uso delle cinture per il fissaggio del seggiolino. Infatti:

  •  nella maggior parte dei casi, la cintura di sicurezza normale, specie nei seggiolini 0 e 0+ rivolti all’indietro, è ugualmente richiesta, nel tratto orizzontale, per maggiore sicurezza di fissaggio e, nel tratto diagonale, come sostegno antirotazione dietro il seggiolino;
  •  in ogni caso, un seggiolino ISOFIX può essere fissato anche con le normali cinture.

 

Alcuni modelli di seggiolini ISOFIX sono inoltre dotati di “zampe”, che si appoggiano sul pavimento dell’auto e conferiscono maggiore stabilità all’insieme, consentendo anche di non utilizzare la cintura dell’auto e, in alcuni modelli, di tenere il seggiolino – montato contromarcia – più distante dallo schienale, con una maggiore comodità per le gambe del bambino.
Il sistema ISOFIX rappresenta indubbiamente un miglioramento, sia riguardo al montaggio sia per la sicurezza.
Tuttavia:

  •  richiede che anche il veicolo sia dotato di attacchi ISOFIX
  •  non è assicurata la piena e perfetta compatibilità tra il modello di auto ed il modello di seggiolino: prima di procedere all’acquisto del seggiolino è quindi necessario controllare che, sul libretto d’uso dell’auto, sia citato come compatibile il modello di seggiolino e che il modello di auto sia citato come compatibile nel libretto del seggiolino.
Omologazione

Ogni modello di dispositivo di ritenuta per bambini deve recare la targhetta di omologazione, con la quale il produttore attesta che esso è conforme al prototipo che ha superato una serie di prove stabilite dal Regolamento ECE-ONU n. 44. Il Regolamento di omologazione è periodicamente aggiornato e quello attualmente in vigore è la versione 4 (R44/04).

La targhetta, di colore arancione, riporta i dati relativi a :

  •  la norma di omologazione (in questo caso, la versione 4 del Regolamento n. 44)
  •  la tipologia di destinazione (in questo caso, “universale”, cioè installabile su tutti i modelli di auto)
  •  la classe di peso (in questo caso, 0-13 kg, quindi di gruppo 0+)
  •  inserito in un cerchio, il codice del Paese in cui è stato omologato (non necessariamente coincidente con il Paese di produzione); l’omologazione ECE-ONU, ovunque ottenuta, vale comunque per tutti i Paesi che adottano il Regolamento
  •  il numero di omologazione
  •  il “numero di matricola” del dispositivo
La norma di riferimento per l’omologazione attualmente è la R44/04, per la quale i seggiolini sono suddivisi in “classi” secondo il peso del bambino che sono destinati ad ospitare.
Specificamente per i dispositivi ISOFIX, ad integrazione e completamento della norma R44/04, è però in vigore la più recente norma R129. In essa i dispositivi  sono suddivisi in “classi” secondo l’altezza del bambino. L’etichetta di omologazione è quella riportata come esempio a fianco.
L’omologazione costituisce il “livello minimo” dei requisiti di sicurezza di un seggiolino, verificati nella procedura tecnica di omologazione del prototipo prima della sua commercializzazione, ma non impedisce che vengano prodotti anche seggiolini “più sicuri”, oltre il livello richiesto dalla norma. È quindi utile, ai fini della scelta tra marche e tipi diversi, consultare anche i risultati di “test indipendenti”, eseguiti con crash-test più severi rispetto a quelli di omologazione, come ad esempio quelli realizzati dall’ADAC (link in lingua tedesca) e spesso riprodotti anche in riviste di automobilismo.

Nuove norme = “rottamazione” dei seggiolini?

Le norme di omologazione si rivolgono, nel caso dei seggiolini, in primo luogo ai produttori ed anche ai commercianti di prodotti nuovi, ma non stabiliscono, per i consumatori finali, divieti d’uso per i seggiolini prodotti secondo le precedenti norme di omologazione.  Le nuove versioni delle norme di produzione seguono l’evoluzione delle ricerche e delle tecnologie, ma non impongono la “rottamazione” di chi già possiede o usa seggiolini di precedente omologazione, né esistono norme italiane, nazionali o locali, che la impongono. Le stesse norme di omologazione fanno salve le rimanenze di magazzino, che possono continuare ad essere vendute per un certo periodo di tempo. In sostanza, si ripete lo stesso schema delle omologazioni per quanto riguarda le emissioni dei veicoli (Euro 2/3/4/5/6), che  impongono la produzione di veicoli nuovi secondo la norma più recente, ma non vietano né l’uso né la compravendita (o la donazione) dei veicoli usati fabbricati secondo le norme precedenti; eventuali divieti di uso sono stabiliti dalle autorità locali, ma non derivano dalle norme di omologazione bensì da altre fonti. Norme di questo contenuto non esistono in Italia relativamente ai seggiolini per bambini. L’art. 172 del Codice della Strada prevede solo che “I bambini di statura inferiore a 1,50 m devono essere assicurati al sedile con un sistema di ritenuta per bambini, adeguato al loro peso, di tipo omologato secondo le normative”. È tuttavia chiaro che le norme più recenti sono quelle che assicurano una migliore sicurezza dei seggiolini; pertanto, in caso di sostituzione, è senza dubbio consigliabile l’acquisto di un seggiolino di “ultima omologazione”.

Dove posizionare il dispositivo di ritenuta per bambini.La collocazione più sicura è sempre sul divano posteriore e possibilmente al centro, se anche nel posto centrale sono disponibili le cinture di sicurezza a tre punti eventualmente richieste per quel modello. L’eventuale disagio di non avere il diretto ed immediato controllo visivo sul bambino, se il seggiolino è in posizione contraria al senso di marcia,  può essere risolto con un apposito “specchio di rinvio”, montato posteriormente, che rinvia l’immagine del bambino verso lo specchio retrovisore interno dell’auto.
“Ovetti”, seggiolini e rialzi possono essere collocati, ma con minori prestazioni di sicurezza, anche sul posto del passeggero anteriore.  La “navicella” invece, impegnando due cinture di sicurezza, deve necessariamente essere collocata dietro.
Compatibilità con l’airbagNel caso che il seggiolino sia installato sul posto anteriore del passeggero, in un veicolo dotato di airbag, è necessario ed obbligatorio che l’airbag venga disattivato per evitare le conseguenze evidenziate dal video a lato.
L’interruttore di disattivazione, nelle auto più moderne, è già installato di serie. In quelle meno recenti occorre intervenire sull’impianto elettrico, preferibilmente a cura di un’officina della rete di assistenza della Casa, al fine non invalidare la garanzia sull’auto: interventi sui cablaggi riguardanti gli airbag ed i componenti connessi devono essere eseguiti con attenzione, per evitare i pericoli di scoppio inaspettato derivanti dalla permanenza di tensione nei circuiti anche dopo il distacco della batteria.
 

Il montaggio e l’uso
Rispettare le istruzioni e le indicazioni fornite dal produttore (sul posizionamento dentro il veicolo, sulla classe di peso o di altezza, sulle modalità di fissaggio) è di fondamentale importanza per ottenere le prestazioni di sicurezza che ci si attende dal dispositivo, accertate secondo le procedure di prova nel corso del processo di omologazione. Ma è importante anche perché un montaggio scorretto o un uso improprio possono esporre a responsabilità per danni subiti dal bambino a seguito di incidente. Inoltre, è possibile una sanzione, in quanto “il normale funzionamento del dispositivo viene alterato o ostacolato” (art. 172 del Codice della Strada).Pertanto, istruzioni chiare, con immagini dettagliate, possibilmente corredate da un video (allegato al seggiolino o disponibile online sul sito web del produttore), costituiscono un importante elemento di valutazione al momento della scelta di un seggiolino. Occorre anche verificare la compatibilità del dispositivo con il veicolo sul quale viene montato: alcuni veicoli possono richiedere un dispositivo “specifico” e quindi un dispositivo “universale” non soddisfa l’obbligo legale e pregiudica la sicurezza. In altri casi vi possono essere problemi di compatibilità dimensionale o nei sistemi di fissaggio al sedile. Una prova effettuata sul veicolo è quindi sempre opportuna.
Seguire scrupolosamente le indicazioni del manuale d’uso, in particolare per quanto riguarda il percorso delle cinture di sicurezza e la regolazione dimensionale dei seggiolini “polivalenti”,  è importante non solo per la sicurezza ma anche per non diminuire la responsabilità del produttore in caso di malfunzionamento.

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