Sugli argomenti di questa pagina, maggiori informazioni, con immagini, approfondimenti, dati e ricerche, sono presenti da pagina 73 a pagina 77 del volume “Bambini in auto”, del Prof. Andrea Costanzo, pubblicato da Lombardo Editore.
Proteggere il bambino ancor prima che nasca.
La protezione del bambino deve iniziare fin da prima della nascita, attraverso l’uso della cintura di sicurezza da parte della futura madre, per tutto il periodo della gravidanza, sia come passeggera che come conducente.
È del tutto infondato, dal punto di vista medico-ginecologico, il timore che la cintura di sicurezza, durante la gravidanza ed in particolare a partire dal 6° mese, possa essere dannosa per il feto in caso di incidente, a condizione che la cintura sia utilizzata in modo corretto, e cioè:
- con il tratto diagonale che passa tra i seni
- con il tratto orizzontale tenuto basso, sopra le cosce, al di sotto dell’addome, così da potersi sicuramente ancorare, in caso di incidente, al di sotto delle spine iliache anteriori superiori (nelle foto a fianco, il percorso in verde è quello corretto, quello in rosso è il percorso dannoso) .
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In questo modo non si corre il rischio che l’area relativa all’utero ed al feto sia interessata da fenomeni di compressione e di costrizione; nello stesso tempo, si evita che, in caso di incidente, l’addome e la zona pelvica siano violentemente proiettati contro il volante o contro il cruscotto.
La letteratura medica internazionale, riferendo di gravi danni al feto o alla madre per il mancato uso della cintura di sicurezza o per l’uso scorretto della stessa, concordemente indica nel corretto e costante uso della cintura di sicurezza la modalità migliore per tutela sia della donna gravida che del feto, soprattutto a partire dal 5°-6° mese.
La gravidanza non può quindi costituire un valido motivo di “esonero automatico” dall’obbligo di uso della cintura di sicurezza, da indossare ed allacciare nel modo sopra descritto. |
Ed infatti l’art. 172 del codice della strada riserva l’esonero solo nei casi di “condizioni di rischio particolari conseguenti all’uso delle cinture di sicurezza”, certificate dal ginecologo curante, che viene così ad assumersi la responsabilità (professionale, civile ed eventualmente penale) dell’esonero stesso.
Tale certificazione, dotata del simbolo internazionale dell’esonero (valido anche per l’estero; vedi a lato), può essere fatta utilizzando il modello elaborato dalla SOC.I.TRA.S., che tutela la privacy dell’interessata evitando di indicare esplicitamente la diagnosi descrittiva delle “condizioni di rischio particolari”. |
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Mantenere in posizione la cintura è importante !
Il mantenimento del tratto orizzontale della cintura di sicurezza, nella posizione sopra descritta (basso, sopra le cosce, al di sotto dell’addome), è fondamentale per assicurare contemporaneamente sia la migliore protezione per la madre sia l’assenza di traumi per il feto, derivanti dalla costrizione-compressione dell’utero in caso di incidente.
Può essere d’aiuto a questo fine l’utilizzo di dispositivi che trattengono verso il basso il tratto orizzontale della cintura. |
Il dispositivo chiamato BeSafe, ad esempio, è costituito da un basso cuscino che viene appoggiato ed agganciato sul piano di seduta del sedile.
Sulla parte anteriore del cuscino è fissata una cintura elastica che, con un sistema di chiusura a bottoni metallici a pressione, può avvolgere e trattenere verso il basso il tratto orizzontale della cintura di sicurezza.
Il cuscino può rimanere sul sedile anche quando questo non è occupato da persona incinta. |
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In un altro dispositivo, di nome Clippasafe, le cinghie elastiche fissate al cuscino sono due, poste ai due lati, ed orientano verso il basso la cintura di sicurezza facendola passare attraverso un sistema di chiusura a velcro. |
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